UN MONDO D'AMORE
In una piccola stanza riscaldata da una stufa economica scorre questo tempo di don Felice Palamara, pastore di anime e di coscienze di Pannaconi. Siede su una poltrona accanto ad una finestra dalla quale si vede un pezzo di cielo. Accanto a lui ci sono suo padre ed i suoi angeli custodi che sono quasi la sua ombra, lo aiutano a muoversi, gli somministrano le medicine, lo accompagnano nei suoi spostamenti. Viene verso di me e con un gesto semplice mi mette un pacco di fogli nelle mani. Poi dice, con voce dolce, tenue: “Queste sono le mie poesie”.
Chi è, dunque, don Felice Palamara? Questa creatura tanto timida, sincera, limpida, soave? È un giovane che, nel chiuso di una stanza, o camminando sulla steppa, nelle campagne, o nel suo peregrinare continuo indaga l’amore, il tempo, la morte, l’animo umano: scruta ogni particolare, ogni sfumatura, pronto a cogliere i segni del nostro tempo. Ha una sensibilità fuori dal comune, una fantasia senza confini, una intelligenza lucida. Ama la libertà del cuore, non tanto i riti, le regole, la monotonia. Don Felice esprime nei suoi versi: fede, speranza e amore. Si appoggia al tema del tempo e dell’eternità e, in quanto tale, è essenzialmente religioso. Rivela una sensibilità e un calore umano particolari. Ad essi si avvicina chi ama la bellezza delle cose umili, semplici, vere; chi sente l’afflato della famiglia, in senso cristiano e calabrese, e ne rimane “scalfito”. La poesia del Palamara si ispira a quella del Pascoli, quale verso melodioso di un’anima sensibilissima nel senso del mistero e della luce della fede che illumina la vita. Poesia come sinfonia, colloquio con la natura. Vi si riscontra il canto della vita contemplata e adorata con anima mistica, come voce dello spirito che è in ciascuno di noi ed è uguale ad ogni età, e che ognuno può cogliere nel ricordo delle persone e delle cose che si amano. La poesia del Palamara è quasi portatrice di un’atmosfera di meditazione: pura, spontanea, misteriosa, musicale, magica, contemplativa. È allora in simbiosi con il Pascoli raffinato, simbolista, decadentista, elegiaco, malinconico che trova la propria nota nella fede, in Gesù, nella Madonna, nel Padre celeste, nell’amicizia.
La sua poesia è colloquio con la natura: il mare, il sole, la luna, i fiori, il vento e poi i suoni, gli odori, i sapori, i colori. Don Felice Palamara ha una grande influenza nella nostra comunità per il suo modo di praticare il Vangelo e di vita ispirato a don Francesco Mottola: forza spirituale superiore, immagine luminosa, esempio divino. Egli è anima ardente divorata da una grande sete d’amore, fraternità, solidarietà: uomo profondo e unico. Da qualcuno considerato folle perché non si comprende forse la sua spiritualità. Grazie a questo spirito semplice, puro, sognatore, poeta in questo nostro paese una luce di vita si è irradiata.
(Avv.to Filippo Curtosi)
CARATTERISTICHE TECNICHE: FORMATO 15x21 cm. - copertina patinata a colori - interno edizione bianca - pagine n.136