di Celia PONTARI ISBN 9788898085729 LIBRITALIA EDIZIONI
Ci sono molti modi per accostarsi alla mitologia, ma per i ragazzi del XXI secolo, essi si riducono essenzialmente a due.
...quello che - ahinoi –va per la maggiore, è l’approccio dei tanti film hollywoodiani che infestano le nostre sale cinematografiche altrimenti deserte e di tanta parte di paraletteratura che si affolla nelle vetrine e sugli scaffali delle nostre librerie, comunque derelitte. Spettacolo, effetti specialissimi, inserzioni e commistioni tra tradizioni diverse e lontane (ricordo una recente pellicola in cui Perseo per liberare Andromeda deve affrontare nientemeno che il Kraken di ascendenza norrena!), storie d’amore dilatate all’infinito, tutte forzature, tante, troppe forzature operate sul racconto originale per esigenze drammaturgiche e “poetiche” quanto meno discutibili. L’altro modo di leggere il mito è più discreto, fa meno rumore, ma è, a mio avviso, assolutamente preferibile: il mito (mythos) va “ascoltato” per quello che è nella sua essenza, cioè, non dimentichiamolo, un racconto, senza troppe specificazioni e sofisticazioni. Ascoltare un racconto non implica necessariamente, in prima istanza, la sua interpretazione, la spiegazione dei fatti, la contestualizzazione storico-culturale o l’analisi delle sue strutture; al mito non dobbiamo chiedere di essere coerente, anzi, dobbiamo accettare le sue incongruenze come parti integranti di esso. Il mythos è ciò “che deve restare nascosto”, non spiegato, e la sua dimensione è il racconto, un racconto che si deve ascoltare, come quello nelle notti d’estate intorno a un fuoco scoppiettante o da bambini seduti sulle ginocchia dei nonni.