Entrando nello specifico della produzione letteraria, anche di questa (War, Odissea), che cosa narrano, fin dalle origini le opere più rappresentative delle varie culture mondiali, se non le guerre di popoli in lotta tra loro per la conquista di nuove terre o di sbocchi cruciali per gli scambi economici, o per affermare come preminenti i propri principi etnici e religiosi? E chi è l'eroe, esposto a paradigma delle generazioni a venire, personaggio che grazie alle sue "superiori virtù " sconfigge il nemico, delle cui spoglie si riveste, si copre di gloria e di onori, che danno lustro anche alla sua patria e alla sua stirpe? A volte le persone, cosiddette, evolute, beneducate e benestanti dei paesi più progrediti tendono a rimuovere la guerra dai loro orizzonti, cedendo all'illusione, soprattutto dopo la fine della seconda guerra mondiale, che la pacificazione tra i popoli sia un obiettivo raggiungibile, che la guerra, come strumento di risoluzione dei conflitti appartenga al passato e a popolazioni per così dire primitive, regredite.
Effatà - versi della guerra
Effatà - versi della guerra
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A cura di Gianluca Rubino - editore Libritalia
Non è la prima e non sarà l'ultima guerra, purtroppo, quella che sta infuocando l'Ucraina. La storia dell'umanità è, sostanzialmente, una lunga storia di guerre combattute perché sempre è prevalso nella natura dell'essere umano l'istinto della sopraffazione, che si serve della violenza per costringere l'avversario a eseguire la propria volontà, e che, in casi estremi, lo elimina letteralmente per affermare la propria supremazia. Il principio basilare è rappresentato dalla forza, individuale/sociale, puramente fisica un tempo; ideologica, economica, mediatica, tecnologica oggi, ma pur sempre forza.