La storia di Narciso è immersa nella mitologia greca, diverse sono le versioni, anche se sostanzialmente hanno lo stesso significato; riporterò brevemente quella narrata da Ovidio nelle “Metamorfosi”. Questa leggenda racconta che Narciso nacque dal rapporto tra un dio e una ninfa; la madre, in ansia per la sorte del figlio, si rivolse ad un indovino, pratica utilizzata tuttora come residuo pagano, il quale sentenziò come il figlio avrebbe raggiunto la vecchiaia soltanto “se non avesse mai conosciuto se stesso”. Crescendo divenne un giovane bellissimo del quale si innamoravano tutti: maschi e femmine, giovani e vecchi. Ovidio racconta ciò con naturalezza, mentre noi, con le polemiche sui generi, di cui persino la politica nostrana si nutre ampiamente, in virtù dell’ignoranza che domina il tempo presente, abbiamo fatto un salto all’indietro di millenni senza accorgercene.
Io sono la mia fontana
Io sono la mia fontana
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A cura di Germano Vitali - editore Libritalia
Il saggio, senza far ricorso a forze o enti trascendenti, tratta di come gli uomini diventano quel che sono. Ripercorrendo le proprie esperienze di vita, l’autore le trasforma in un processo generale, cui ogni individuo dovrebbe far riferimento per comprendere la formazione del suo Io Le differenze tra soggetti dipendono in parte dalle potenzialità genetiche, ma soprattutto dalle esperienze vissute e dall’educazione ricevuta. Essendo l’individuo una costruzione, persino il libero arbitrio ne viene messo in discussione e con esso la responsabilità dell’azione personale. Si ridisegna un uomo totalmente diverso da quello giudaico cristiano, senza un’anima individuale capace di li-bere scelte; un uomo nuovo determinato dall’ambiente e dalla società, ma libero da determinismi mitologico-religiosi; un uomo che per uscire dall’illusione di essere libero dovrà prendere atto del suo essere un prodotto dell’esperienza.